“Una parte del nostro cuore è rimasta nella terra dei nostri figli”

Sono giorni di apprensione, di sconforto e di disperazione.

Sono giorni in cui, ogni mattina, ci svegliamo con il pensiero di una guerra ingiusta, che porta distruzione di case, intere città e distruzione di sogni.

Come in ogni guerra, a pagarne il prezzo più alto sono i civili: uomini, donne, anziani e bambini, vittime innocenti di una guerra che non guarda in faccia a nessuno. Secondo l’ONU, che condanna duramente Mosca, e secondo le ultime stime, oltre 2.000 civili ucraini sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione russa.

In questi numeri, purtroppo, ci sono anche dei bambini. Polina, Alicia, Sofia sono alcune delle bambine che hanno dovuto rinunciare troppo presto ai propri sogni, alla propria infanzia e alla propria vita per colpa della guerra. Dietro i numeri delle vittime ci sono storie, vite umane, famiglie, legami. Dietro i numeri delle vittime ci sono anche le vite dei bambini. Quanto dolore doverlo scrivere. Quanto dolore doverlo accettare, se mai si possa accettare.

Chi ha avuto la fortuna di salvarsi, molto spesso, si nasconde nei tunnel, negli scantinati, nella metro della città o nei rifugi: migliaia sono le famiglie che per salvarsi e sfuggire alle bombe stanno trascorrendo giorni interminabili, cadenzati dal suono delle sirene che anticipa un attacco e da un missile che distrugge qualsiasi cosa incontri.

Sono giorni di apprensione e angoscia, dicevamo. Ma sono giorni in cui il vostro affetto ci ha inondato, facendoci emozionare.

Ogni giorno riceviamo telefonate, mail, messaggi di voi che ci chiedete come potete aiutarci ad accogliere quanti più minori possibile, bambini da far scappare dall’orrore della guerra e dei bombardamenti. Tante coppie che hanno già adottato, molto spesso proprio in Ucraina negli scorsi anni, ci contattano per dare la propria disponibilità: “Una parte del nostro cuore è rimasta nella terra dei nostri figli”, ci dicono.

Ci scrivete raccontandoci di come non riuscite a dimenticare quella terra, quel popolo, i volti dei bambini, ricordando i giorni trascorsi a Kiev, tra gioia, serenità e apprensione per i motivi legati al percorso adottivo che stavate intraprendendo.

Ci emozionate quando contattate le referenti ucraine Asa Onlus, per sapere come stanno e per proporre loro ospitalità qui in Italia, a casa vostra. Ci emozionate quando, al telefono, ci raccontate di come i nostri figli, più che maggiorenni, stanno vivendo questa situazione osservando come il loro paese d’origine si stia, a poco a poco, distruggendo.

C’è una guerra qui fuori e il vostro cuore è pronto ad accogliere, annullando ogni confine. Questo accade perché è come se l’Italia e l’Ucraina fossero una sola cosa, è come se fossero una sola casa, quando si pensa agli occhi di un bambino costretto a scappare.

Grazie, per l’affetto che ogni giorno ci donate. Sarà nostra premura aggiornare ognuno di voi non appena avremo delle certezze su come poter essere d’aiuto.

 

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